La Fondazione Pediatrica di Kimbondo sorge nel quartiere « Kimbondo », presso il Comune di Mont Ngafula, a 35 km da Kinshasa; è stata creata nel 1989 dalla Dr.ssa Laura Perna, professoressa universitaria in pensione, e da padre Hugo Rios della Comunità dei Missionari Clarettiani. L’obiettivo della Fondazione Pediatrica di Kimbondo è lo sviluppo sanitario e sociale dell’individuo: accoglie i bambini malati, abbandonati, orfani, privi di mezzi di sostentamento, al fine di dare loro assistenza medica e socio-culturale.
La Fondazione Pediatrica di Kimbondo è un ospedale con annessi altri edifici per la medicina generale, la cardiologia, la tubercolosi ossea e polmonare, gli esami di laboratorio, le ecografie, la radiologia e le trasfusioni, nonché diverse case per l’accoglienza dei bambini abbandonati e orfani.
Ogni giorno circa 60 persone vengono presso le strutture per cercare assistenza medica presso l’ambulatorio medico (la maggior parte sono genitori con i loro bambini).
Gli edifici offrono 200 posti letto per il trattamento a lungo termine, per esempio per i pazienti con la tubercolosi o con problemi cardiaci. Nelle case ci sono oltre 700 bambini e ragazzi. Ci si prende cura dei loro bisogni di base: nutrizione, cure mediche ed educazione.
A.M.I.S. (Abbracciamo il Mondo con Ideali Solidali) nasce dall’esperienza di alcuni volontari biellesi che sin dal 2006 hanno operato presso la Pediatria di Kimbondo.
Attraverso A.M.I.S. Lucia, Barbara (infermiere) e Chiara (ostetrica) sono state a Kimbondo e ci raccontano la loro esperienza di una giornata tipo.
�Oggi è il primo gennaio 2013, giorno di festa per tutti ma non per noi volontari e per il personale occupato alla pediatria. Siamo in tre, tutte di Biella: Lucia, Barbara e Chiara. Da qualche giorno si è unito al gruppo anche Lorenzo, di Grosseto, che mette a disposizione le sue conoscenze tecnologiche, cosi che spesso gli si chiede consiglio per far funzionare computer, fotocamere, batterie ed elettrodomestici.
Sveglia alle sette, colazione…speriamo che la porta della cucina sia aperta e che il caffé sia pronto (il buongiorno si vede dal mattino). Alla neonatologia i bambini ci aspettano già nudi e senza pannolini e ci allungano le braccia per farsi prendere da noi per il bagno. Ci riconoscono già e qualcuno ci chiama per nome. Le medicazioni sono per loro un modo per farsi fare le coccole e per noi un motivo in più per prenderci cura di loro.
A metà mattina messa degli auguri di Buon Anno. Padre Hugo ha dato a tutti gli auguri ricordando anche i tanti amici italiani. Le messe qui sono sempre un vero spettacolo, soprattutto quelle delle feste come in questi giorni. Spettacoli lunghissimi e belli, con canti e danze e tanto calore. Ci ha commosso vedere la coda infinita di bambini che andavano a salutare Maman Coco; siamo andate anche noi e lei aveva un saluto e un sorriso sereno per tutti!
Di nuovo pronte con la nostra divisa azzurra è l’ora di servire il pranzo a Casa Patrick…solita confusione e vivacità dei bambini intorno ai piatti ma il tutto è ben governato dalla grande Suor Maria Trinidad, che con autorevolezza e dolcezza mette tutti in riga. Alla fine del pranzo il pavimento, come la nostra divisa, sono pieni di riso ma hanno tutti mangiato! E sono novanta!
Breve sosta per il nostro pranzo e un momento di relax preparandoci per le attività pomeridiane. Abbiamo un film da proporre alle ragazze di Casa Maman Betty ma ci dobbiamo dividere perchè c’è bisogno di qualcuno di noi alla neonatologia, quasi del tutto sguarnita di personale, a sorvegliare gli ottanta scalmanati. Arrivati a Casa Maman Betty, prossima all’inaugurazione, il lettore DVD non c’è e non si sa dov’è finito. Si dirotta la proiezione nel salone di Nzimby, la struttura che ospita oltre cento bambini, ma abbiamo fatto i conti senza l’oste in quanto, al nostro arrivo, manca l’essenziale: la corrente!
Lucia è diventata suo malgrado la persona di riferimento per tutti i lavori di manutenzione e riparazione che si vorrebbero fare durante il soggiorno del gruppo di volontari della Val di Fassa; saranno sedici tra falegnami, lattonieri, muratori, elettricisti e la lista delle cose da fare è già diventata infinita! Così Suor Maria Antoinette, approfittando del nostro arrivo consegna a Lucia un foglio dei desideri per la Casa di Nzimby: mensole, un armadio e delle panche…chissà se i suoi desideri verranno esauditi, viste le necessità della Pediatria che sono davvero tantissime!
Torniamo a riaccompagnare le adolescenti a Casa Maman Betty e raggiungiamo la neonatologia…le urla dei bambini sono “trapananti”, la loro vivacità e voglia di giocare incontenibile ma devono stare buoni: ci si deve preparare per andare a letto! Ci occupiamo della camera dei bebé più piccoli…biberon, pannolini, lettini ancora medicazioni e poi finalmente, cena e nanna anche per noi. Giornatona!